L’apertura del Museo dedicato a Grotta Paglicci e al Paleolitico Italiano è un evento atteso da un trentennio. Grazie alla caparbietà dell’ex-amministrazione comunale di Vito Di Carlo e a quella dell’attuale maggioranza guidata da Luigi Di Fiore il sogno di tutti noi è diventato realtà.
Sulla “Rotte de Jalarde“, come la conoscono i locali per essere stata abitata nell’Ottocento dal brigante Gabriele Galardi, ora è tornato l’interesse dei media, delle istituzioni e dei gruppi privati che contano.
Tutto ciò però non basta. Per questo come Amici di Grotta Paglicci, pensando di interpretare il volere di tutti coloro che si battono da anni per la valorizzazione del giacimento Paleolitico rignanese, chiediamo l’impegno del Comune, della Provincia di Foggia, della Regione Puglia, del Parco Nazionale del Gargano e del Ministero dei Beni Culturali affinché si ripristino presto gli scavi archeologici.
Per farlo occorre mettere in sicurezza la Grotta, trovare un giusto e inevitabile accordo con la famiglia Bramante (nelle cui proprietà è ubicato il sito preistorico), ripristinare i rapporti con l’Università degli studi di Siena (che ha dato lustro a Paglicci nel mondo grazie dapprima all’amico Arturo Palma di Cesnola e successivamente della sua collega Annamaria Ronchitelli) e trovare i fondi necessari per un a ricerca più approfondita.
A Grotta Paglicci ci soni ancora tantissimi reperti da portare alla luce e una volta ultimati gli scavi potrebbe diventare un vero e proprio parco archeologico.
Le visite in Grotta, al Museo e al laboratorio di Archeologia Sperimentale ideato dal bravo Enzo Pazienza potrebbero portare in paese quel turismo culturale e scolastico atteso da anni e mai del tutto diventato tale.
Infine, approfitto per fare un plauso alla soprintendente Annamaria Tunzi per la caparbietà con cui è riuscita, dopo anni di attesa, a realizzare una opera così importante, che unisce passato e futuro in un’unica soluzione. Bravi anche ai suoi collaboratori Mariangela Lo Zupone e Stefano Del Pozzo.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.