Per il romanzo Profumo di viole, ultima chicca di Raimondo Ardolino, presentato ieri sera nella rinascimentale Chiesa Matrice, c’è stata una vera e proprio apoteosi in termini di immagine e di consensi. C’erano si i soliti amanti dei libri e della cultura, ma anche gente semplice, come l’autore, che da tempo scrive e poeteggia per e con essi rilevandone virtù e sentimenti.
A tenere banco per tutta la serata ci hanno pensato, come già accaduto altre volte, due presentatori doc, a cui non manca certamente la parola e l’empatia. Il riferimento è al navigato Leonardo del Priore e alla giovanissima Francesca Ardolino, che hanno sapientemente tenuto desto e interessato il pubblico per tutta la serata.
A salire in cattedra, per primo, è stato il sindaco Luigi Di Fiore, che , oltre a dare il benvenuto di rito, ha espresso i suoi più avvertiti apprezzamenti per l’autore e gli organizzatori che, con simili iniziative fanno crescere il paese e la comunità da ogni punto di vista.
É stata poi la volta di Donato Pio Palumbo, nuovo e giovanissimo Presidente della Pro Loco. Sodalizio, quest’ultimo che occupa un posto rilevante nelle attività promozionali e turistiche del paese con le sue originali iniziative, a cominciare dalle sagre della Capra e della Musciska, per finire agli eventi di tipo fieristico ed anche culturali. Non a caso del passato si ricorda ancora la estemporanea di Pittura, fortemente voluta dall’artista del posto Maria Rosaria Del Re, di cui si dirà, che richiamava in paese il fior fiore degli artisti di Capitanata e di altri luoghi.
Ha seguito a ruota Lio Fiorentino, psicologo – poeta e presidente dell’Associazione Culturale kalè di San Giovanni Rotondo, da tempo in auge nel settore della promozione di autori ed opere. Si sono alternati, quindi, la citata Del Re e il fratello Giuseppe, poeta nato e un po’ storico, che egregiamente hanno parlato di tutta la storia del Palazzo Baronale. E questo in considerazione del “verismo” dell’opera, il cui racconto-azione vede in gran parte il suo svolgimento proprio tra quelle Mura storiche, fino ad arrivare a Roma .
Nel libro si fa cenno anche ad uno storico ‘rapimento’ e di un cronista, sempre pronto ed attivo nello ‘sbatterne’ la notizia in prima pagina su un autorevole quotidiano regionale e nazionale.
A seguire, l’intervento – concerto musicale del maestro Salvatore Villani, rignanese anche lui, etno-musicologo di prim’ordine, nonché autore di pregiatissimi volumi sul tema, salutato con scroscianti applausi dal pubblico presente.
E poi sono stati centellinati a ripetizione interventi e commenti intelligenti da parte della docente e critica letteraria Adriana Ponziano, una prima donna del settore scoperta per caso qualche anno fa, che con il suo dire ha incantato letteralmente il pubblico, strappando innumerevoli applausi e consensi , con i suoi riferimenti calzanti ad autori nazionali del presente e del passato come Pascoli, Carducci ed altri.
A prendere la parola per ultimo è stato Peppe Barra, editore de “Il Saggio” e sponsorizzatore in primis di tutte le opere del nostro lanciatissimo autore. Quest’ultimo, oltre ad elogiare le virtù del protagonista serale principale, cioè l’autore, ha espresso il suo avvertito plauso alla comunità locale, sensibile al massimo, come ha dimostrato la sua massiccia presenza nel tempo: più di duecento persone.
Come altre volte, per alleggerire e riaccendere l’attenzione generale sino sono alternati al podio i lettori dei passi scelti, puntualmente salutati dal pubblico con favore. Il riferimento, tra l’altro, è a Giuseppe Iannacci, attore nato; al fonico Franco Draisci–
Ecco la trama del romanzo. Esso s’ispira alla storia di una tipica famiglia Rignanese della fine degli anni Ottanta. Una storia che a un certo punto diventa un giallo per alcuni irrisolti drammi, fughe, rapimenti, ecc. , che si concludono alla fine tutti a lieto fine, tranne nei sentimenti che continuano ad esserci e resteranno forse sino alla morte dei principali protagonisti.
Ed è per questo che in “PROFUMO DI VIOLE”, non ci sono eroi o personaggi eccezionali, ma solo la forza e la determinazione di due sorelle unite da un destino inscindibile. Si chiamano Anna e Francesca, forse gemelle per davvero, non tanto nel corpo quanto nell’anima e nel carattere: affrontano e risolvono di volta in volta con determinazione i problemi loro e soprattutto quelli degli altri. Con il loro pensare e fare
rendono la propria vita eccellente per il solo fatto di saperla vivere al massimo credendo profondamente nelle proprie capacità e nelle possibilità infinite che la vita le offre.
Per saperne di più bisogna leggere da cima in fondo l’intero libro e da qui lo stimolo ai futuri lettori a procurarsi al più presto una copia di esso, da tenere a portato di mano in ogni evenienza e bisogno.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.