Tra proposte e doni va avanti l’impegno – intervento pro anziani dell’Amministrazione Comunale di Rignano Garganico. Tra l’altro, c’è il dono del panettone di Natale.
Il pacco, bene acconciato, viene consegnato agli interessati ‘casa per casa’ dai volontari, con tanto di lettera, a firma del primo e giovane cittadino, Luigi Di Fiore (33 anni appena), da pochi mesi sindaco per la seconda volta della ridente cittadina, appollaiata sulla collina, non a caso definita da un suo illustre e compianto Presidente, in un momento di estrema tenerezza, col simpatico appellativo “il più piccolo Comune del Parco del Gargano”.
Nello scritto di accompagnamento si legge, infatti, “ L’ Amministrazione Comunale, i Volontari della Protezione Civile, Don Santino Di biase, i Carabinieri e l’intera comunità, come gli altri anni, vi fanno dono di questo piccolo, dolce pensiero, per dimostrare l’affetto, la stima, la vicinanza che si nutre nei confronti dei “nostri diversamente giovani”. Lo si fa nell’ aver constatato e definito in loro una “fonte inesauribile di conforto”. E questo perché essi, oltre a dare testimonianza di “coraggio, pazienza, sapienza e saggezza” nell’affrontare le difficoltà della vita quotidiana”, sono pronti ad esternare “il consiglio giusto al momento giusto” ad ogni componente della comunità.
Tutto questo collima con le Proposte per il riconfermato sindaco”, rilevate dall’archivio della “Grande Rignano”, in termini di interviste e servizi di cronaca. Ecco i passi salienti di esso tra domande, risposte e constatazioni.
Come vivono e come vorrebbero vivere gli anziani a Rignano Garganico
Luigi, essendo vicino al secolo è tra i maschi il più longevo della comunità. Vedovo da alcuni anni, vive in casa, assistito da persone amiche. Quando la sua mente è fresca ricorda il suo passato di soldato di cavalleria e si sente orgoglioso di aver dato in gioventù la sua vita alla patria.
Michelina, altrettanto, è considerata la “nonna” di Rignano Garganico.
La stessa ha il viso coperto di rughe profonde, che mi sembrano segnare il solco con un tempo che non conosco, con un passato duro, fatto di lavoro e di sacrifici, ma che riesce ad impregnare, nel raccontarlo, della stessa acutezza dei suoi occhi e della sua spigliata parlantina. In gioventù ha vissuto altrove. In seguito la sua vita è tutta in discesa e ne assapora tutte le gioie e i dolori di una donna normale, come sposa, madre, vedova e nonna, appunto, in senso letterale.
Saranno loro a dare la giusta sfumatura al ritratto che emerge da un Rapporto CENSIS, che dipinge il prototipo di anziano attivo e soddisfatto.
In Puglia gli anziani sono in costante aumento e rappresentano il 16% della popolazione, a Rignano i residenti con più di 65, a causa della costante diminuzione delle nascite e l’emigrazione dei giovani, sfiorano addirittura il 20% della popolazione che si aggira sui 2300 abitanti.
Pertanto, l’assistenza costituisce anche qui una priorità assoluta e necessita della piena operatività della rete di servizi sanitari con quelli sociali.
Michele, ultraottantenne, parla, racconta una vita intera. E’ contento dei servizi di assistenza domiciliare, ma si lamenta per la lontananza dell’ambulatorio medico, dove è costretto ad andare quotidianamente per rifornire il fabbisogno quotidiano di medicine per sé e il coniuge. Spera che il tutto cambierà in meglio con l’avvio-attività dell’ormai Centro diurno.
In proposito ci fa sapere subito che difficilmente accetterà la ristorazione. Un pensiero,quest’ultimo, condiviso dalla maggioranza di essi. Al contrario, si dice d’accordo con quelli che vogliono che , il luogo diventi da subito un’occasione di incontro sociale, culturale, ricreativo.
Il discorso scivola sulla possibile istituzione dell’Università per la Terza età. A suo dire, a causa dello sviluppo tumultuoso della tecnologia e le conquiste della scienza, l’uomo di oggi ha bisogno di un continuo aggiornamento, a prescindere dall’età e dal sesso.
Qui l’anziano, avrebbe la possibilità non solo di apprendere, ma anche di insegnare e trasferire le proprie esperienze ai giovani. I professori, siano pensionati che neolaureati non mancano, come pure gli artigiani, gli informatici, i massari caseari, i potatori, ecc. Con l’accreditamento delle strutture da parte della Regione, il nuovo Centro potrebbe diventare addirittura da un momento all’altro un’oasi’ di formazione professionale di riferimento per l’intero comprensorio.
In collaborazione con l’Università di Foggia, per esempio, si potrebbero organizzare degli stages formativi sull’Archeologia preistorica o corsi per guide turistiche e comunicatori scientifici. Le lingue e l’informatica farebbero la loro parte, come pure la cultura letteraria, musicale, artistica, ecc. Attualmente gli anziani di Rignano vivono una vecchiaia “disorientata”, passando il tempo in futili incontri di chiacchiere o a giocare a carte.
Fino a qualche anno fa erano ospiti fissi presso il locale Centro Anziani “P.Nisi”, in altre occasioni presso i bar preferiti. Quasi sempre, quando il tempo è buono, li vediamo a passeggio sulla Ripa – Belvedere.
Per alcuni, la vita della loro età è scandita da ritmi regolari, con il passare del tempo a causa dell’indebolimento fisico ci si sente al sicuro solo nell’ambiente domestico, e si cerca la certezza del proprio presente nella continuità delle abitudini.
Michele, 75 anni, artigiano in pensione, è diffidente, e come la maggior parte dei suoi coetanei non vuole parlare di sé, però mi svela l’attività che più di tutto lo soddisfa: – “Mi piace fare il nonno, ho lavorato per 37 anni ed ora non ho voglia di fare altro. Quando non sono insieme alla famiglia, vengo sulla Ripa a vedere gli amici”.
Ovviamente il leit motiv delle conversazioni è la pensione.
I più fortunati hanno avuto un lavoro a contratto o Statale. Coloro che hanno fatto gli agricoltori spesso hanno lavorato in nero e senza le “marche” gli anni di contributi non possono essere riconosciuti.
Qualcuno si lamenta che la tassazione comunale a Rignano è molto alta. Anzi, la ‘semplificazione’ predicata dalla normativa viene interpretata ed applicata a senso unico, ossia non articolata in base al reddito, ma tutta in “in”.
L’argomento che più spaventa l’anziano e lo rivolta nella psiche sono i costi delle operazioni cimiteriali: acquisto loculo, tumulazione ed estumulazione, ecc. considerati tra i più alti d’Italia, come pure l’esclusione di essi da ogni tipo di rateizzazione o agevolazione. Il pensionato Inps al minimo non ce la fa più. Per cui il suo male psicologico si trasforma in depressione irreversibile e le terapie di qualsiasi tipo fanno cilecca. Aiutiamo gli anziani!
N.P. è vissuto a lungo in Germania dove ha lavorato . Tornato nel paese natale ha fatto molti lavori diversi: bracciante agricolo, artigiano. Lamenta la scarsa sicurezza : – “Noi anziani non possiamo difenderci da soli”. Ai problemi della sicurezza si potrebbe farvi fronte, oltre che con il potenziamento delle forze dell’ordine, con il supporto del volontariato e del ricorso ai cosiddetti “nonni-vigili” e “nonni band” da attivare presso le scuole e le altre strutture pubbliche. Gli anziani ne sarebbero felici nell’essere considerati persone attive.
Secondo Gabriele, 72 anni, “andrebbe migliorata l’assistenza sanitaria poiché il potenziamento della sanità territoriale dei distretti non è riuscita a tenere il passo di fronte al forte ridimensionamento della rete dei servizi ospedalieri.
“Nonno” Gabriele prima di tornare a casa mi svela un segreto. Illuminante.
Me lo dice piano, quasi sottovoce: – “Esiste un solo modo per invecchiare bene ed essere felici, avere la stessa luce e lo stesso fuoco da dividere con le persone che ami”.
Dulcis in fundo è la chiosa della succitata lettera: “Agli anziani – c’è scritto – chiediamo di continuare ad onorarci con i loro semplici e preziosi gesti d’amore”-
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.