
Miracolo: ritrovata sana e salva la campana della chiesa della Madonna di Cristo, a Rignano Garganico! Come noto si tratta di una delle strutture ecclesiali e della tradizione tra più antiche della Capitanata. Pensate che il Santuario, di origine benedettina, se ne parla già in un documento del 1176, quale possesso del Convento di San Giovanni in Lamis (odierno Matteo). A darne notizia alla popolazione è stato un post del sindaco Luigi Di Fiore, unitamente al parroco Don Santino Di Biase. Autorità che, congiuntamente, ne avevano denunciato la sparizione al termine del Sabato di Novenario dell’altra settimana.
Il ritrovamento si deve alle Forze dell’Ordine che con lavoro indefesso e lungimiranza sono riusciti a centrare l’obiettivo in breve tempo, nonché – a quanto si legge ancora nell’anzidetto post-comunicato “… alle preghiere dei fedeli e alla speranza di tutta la comunità mai perduta. La campana, secondo l’anzidetto scritto, dovrebbe essere riconsegnata domani mattina, dal Questore di Foggia. Con ogni probabilità la stessa potrà essere issata e mandare i suoi rintocchi lontani in occasione dell’imminente Festa a lei dedicata in programma l’11 aprile con S.Messa e processione della statua davanti al Santuario campestre, eventi assai avvertiti dalla popolazione locale, dalla gente dei campi e dai pellegrini, provenienti da ogni contrada della Capitanata.
Sul dove e come del ritrovamento se ne saprà di più in seguito. Comunque sia, il furto ha creato sconcerto non solo tra le gente comune, ritenendo la refurtiva di scarso valore reale, ma molto sul piano storico-culturale e della devozione religiosa in genere. Da quando non c’è più l’eremita (l’ultimo, Menicuccio, se ne occupò sino agli anni ’80), di furti la chiesa in menzione ne ha registrati parecchi. Tra l’altro quella dell’ antica e preziosa Corona d’oro, strappata dalla testa della statua, oltre 40 anni fa, e rimessa con una nuova, come si evince da una lapide -ricordo murata all’interno del tempio, resa possibile dall’obolo dei fedeli e devoti.
A quel tempo i beni della Madonna di Cristo, compresa la chiesa erano amministrati dall’Ente Comunale di Assistenza (ECA), succeduta nella gestione alla Congregazione della Carità, preceduta a sua volta dal Montefrumentario, Istituto che con appositi fondi fondi aiutava i contadini nelle loro semine. Successivamente il tutto passò alla gestione diretta del Comune, che provvide subito a sciogliere parte dell’antico nodo della titolarità, concedendo alla parrocchia il possesso pieno della Chiesa di San Rocco, in cambio della chiesa del Purgatorio, trasformata in un moderno Auditorium, ubicato nel cuore del centro storico di origine e fattura medievale. Mentre la Chiesa della Madonna di Cristo continuò ad essere proprietà del Comune. Tanto in attesa di tempi migliori per il suo adeguamento alla forma e allo spirito del Concordato.
La principale festa a lei dedicata, come già detto, si celebra ogni anno il martedì dopo Pasqua. É questa una ricorrenza un po’ diversa da altre similari , perché viene consumata presso l’omonima cappella rurale, posta su un balzo roccioso ai piedi della montagna su cui sorge il paese. In tale occasione i devoti scendono a piedi, percorrendo l’antica mulattiera lastricata in pietra grezza che costeggia a zig-zag il versante meridionale dell’altura garganica. Gli altri, specie i forestieri e gli operatori agricoli delle vicine campagne del Tavoliere, non più con carretti e “sciarabà” ma a bordo di comode e veloci automobili.
Tanti, specie le comitive giovanili, si disperdono tutt’intorno a fare pic-nic per l’intera giornata, tra musiche, canti e balli. I più facoltosi, gli sprovveduti o i turisti occasionali si ristorano , invece, presso i Centri agro-turistici della zona, gustando prodotti e pietanze genuine. E’ una Madonna considerata dal popolo assai miracolosa, come dimostrano gli innumerevoli ex-voto, un tempo custoditi nella sacrestia e la sua storia, come pure altre storie miracolose sono contenute nel romanzo verista “Rosedda” di Giulio Ricci. Evviva la Madonna di Cristo!
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Foto di Antonio Gaggiano.

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.