
Nella notte del 3 settembre 1973 Sabina avendo avuto i primi pre-avvertimenti di parto fu accompagnata da me e da una vicina di casa alla clinica “San Francesco” in Foggia, allora diretta dall’amico ginecologo, dr Marseglia.
Dopo un’oretta, convinti dalla tardività del parto, lasciammo la partoriente e tornammo a casa. Ma non mi addormentai, avviluppolato com’ero nella prospettiva di diventare padre “ad horas”. Così alle ore 7.30, prima di prendere servizio al CSC Biblioteca di Via Manzoni, mi infilai nella mia Mini Minor di colore verde con il tetto giallo e raggiunsi la “San Francesco”.
Mi avvicinai al letto dov’era mia moglie e gli maneggiai il polso per constatare se avesse febbre. Ma lei di colpo mi disse: “È nato, è nato mezz’ora fa”, indicando la culla che aveva vicino. Guardai sorpreso e vidi dentro il piccolo Angelo con il suo viso rotondo e roseo che provava a succhiarsi il dito. Quanta tenerezza!
Lo guardai non gli staccai più gli occhi d’addosso. Niente ufficio. Restai lì a godermi il mio primo nato per tutta la giornata, felice e contento come la Pasqua. Fuori, intanto, la gente era indaffarata, per via del colera che aveva infettato mezza provinciaimpedendo ogni movimento di persone e cose, se non controllata vaccinazione.
Così Angelo Del Vecchio è stata la tua prima venuta al mondo!
Auguri, suguri, auguri!

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.