Rignano, panorama.

Domani, 15 agosto, Giornata dell’Emigrante, anche a Rignano Garganico. A darne notizia è il parroco Don Santino Di Biase. Lo si farà nel corso della Santa Messa delle ore 11.00, presieduta dal vescovo di San Severo, Giovanni Checchinato

Durante la preghiera saranno ricordati tutti gli emigranti rignanesi che vivono lontani e coloro che sono rientrati per le festività,. Quest’anno sono parecchi, provenienti in larga parte dalle città del Nord e del Centro, dove vi sono delle vere e proprie colonie, come Milano, Bologna, Roma, ecc. Quelli arrivati dall’estero, che qui significa in massima parte Germania, si possono contare con le dite di una mano. Un tempo gli emigrati esteri era più di 300, pari a circa il 10 % della popolazione di allora. Ora la forbice si è allargata ulteriormente con destinazione in Lombardia ed in Emilia-Romagna. Ad andare via sono soprattutto i giovani, in cerca di prima occupazione, quasi tutti laureati e diplomati. La fuga interessa anche la manovalanza, un tempo impegnata nei diversi settori, specie in edilizia. Ora non più, perché questa branca è completamente in crisi per assenza di mercato. Pochissime giornate di lavoro si registrano nel campo dei lavori pubblici, vuoi perché di solito gli appalti vengono vinti da ditte forestiere, vuoi perché gli stessi sono appannaggi di pochi privilegiati. L’unico settore che potrebbe dare lavoro per davvero è quello agricolo, grazie alla diffusa agri-industria. Sono quasi una diecina le aziende impegnate, che esportano i prodotti freschi in tutta Europa (asparagi, broccoletti, finocchi, ecc.). Ci sono pure salsifici, caseifici e quelli per la molitura delle olive. Per la vendemmia e il vino bisogna ricorrere, invece, alle aziende confinanti. Il tutto fa leva su oltre quattromila ettari di terreno buono e teoricamente potrebbe soddisfare appieno la disoccupazione rignanese, se non ci fossero i migranti, che vengono preferiti, perché a loro si dà la paga minima. E non è affatto vero, che i nostri giovani non vogliono più fare i lavori pesanti, come si dice in giro ‘pro domo suo’. Si tratta di un modo di dire ipocrita per tranquillizzare le proprie coscienze. Ma grazie al cielo non tutti sono e la pensano così. Il tutto potrebbe essere spiegato e concordato in una riunione ad hoc tra tutte le parti interessate a salvare il paese dal sottosviluppo economico e demografico. Per cui una quota parte di lavoro viene assicurato dalle ditte più sensibili. Speriamo che la situazione migliori per il futuro, altrimenti Rignano, come tutti gli altri piccoli centri, di circa 2000 abitanti, è destinato a sparire.  Si è appreso altresì che per l’occasione ci sarà la diretta face book sul profilo della Parrocchia.

Di Antonio Del Vecchio

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.

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