
Anche Roberto Penati, studioso di arte e nipote del grande ed omonimo pittore milanese degli anni 30’/ ’40 piange la morte del Salvatore Antonio Grifa, storico super della città di San Pio, scomparso da poco. Lo fa con una lettera aperta spedita in ogni dove, che pubblichiamo di seguito integralmente, data la preziosa testimonianza ricca di notizie inedite e di pathos.
“Carissimo Professore Salvatore Antonio,
ho appreso solamente quest’oggi la notizia della tua scomparsa e ne sono profondamente
addolorato, perché ho perso più di un amico, ho perso un fratello e un “padre di grande cultura”.
“Per non dimenticare” è il motto che hai saputo trasmettere a generazioni di giovani ed anche a me
e per questo ti voglio rendere omaggio per la tua testimonianza di vita che ci hai saputo dare, sempre
improntata ad una profonda fede nel Signore Dio che ha ispirato e condotto ogni tua azione.
Il nostro primo incontro è stato alla fine degli anni ’90, quando rispondendo al telefono sento la tua
squillante voce annunciare “sono il Prof. Grifa da San Giovanni Rotondo”. Eri alla ricerca del nipote
del pittore Natale Penati dia Milano, artista che aveva lasciato la sua impronta indelebile nelle chiese
di San Giovanni Rotondo e nella Cattedrale di Manfredonia, perché volevi portare all’attenzione degli
storici locali la figura e l’opera del pittore milanese, che negli anni dal 1933 al 1941 aveva vissuto la
sua epopea garganica affrescando ben sei chiese a San Giovanni, e altre a Manfredonia, San Marco
in Lamis, Rignano Garganico, Apricena e Serracapriola.
Quella telefonata ha poi avuto un seguito, portandomi sempre più frequentemente a farti visita in
San Giovanni, dove tu mi accoglievi in piazza Europa, all’arrivo dei bus, sempre sorridente e come un
padre mi accompagnavi a casa tua per uno scambio reciproco di saluti e di conoscenza sui progetti
che stavo portando avanti per realizzare le monografie sulle opere di mio nonno Natale.
Quelle conversazioni mi davano un grande stimolo e mi aprivano la mente a nuove ricerche che
davano sempre i loro frutti, con nuove scoperte e conoscenze storiche che andavano ad arricchire i
volumi che stavo preparando.
La tua piramidale conoscenza storica della città di San Giovanni Rotondo ha permesso a tanti
studiosi ed anche a me di venire in possesso di preziose notizie che hanno aperto il campo a nuove
esplorazioni culturali, tracciando la strada per aggiungere e perfezionare le tue iniziali scoperte.
Sei stato un vero “Maestro”, che ha saputo trasmettere ai propri “alunni”, me compreso, la forza e la
costanza nella ricerca storica, con la coscienza di essere pur sempre un umile fedele servitore della
Storia e della Cultura.
Inestimabile la tua presenza al mio fianco, sollecitando la realizzazione dei miei volumi su pittore
Natale Penati, ricordandomi che nell’affrontare le difficoltà della vita bisogna sempre affidarsi alla
”Provvidenza” di manzoniana memoria, che ci assiste e ci aiuta a superarle.
Determinante il tuo supporto nei contatti con i Parroci locali, ai quali bastava citare il tuo nome per
trovare buone predisposizioni per condividere i miei progetti editoriali.
Ho assaporato le parole espresse nei tuoi libri, ricchi di riferimenti agli antichi filosofi greci e latini e
di tradizioni storiche popolare, che hanno fatto da sfondo alle mie iniziative editoriali.
Un grazie di cuore lo devo anche per la tua geniale intuizione nel presentare la domanda di intitolare
una via al pittore Natale Penati, perorando nel 2003 la sua causa con grande convinzione, ritenendo
che “la storia di una città si vive, si legge, si interpreta attraverso eventi e personaggi che, nel corso
dei secoli hanno profondamente caratterizzato il cammino di civiltà di tutto un popolo”.
Ma un affettuoso e doveroso saluto lo devo rivolgere alla tua carissima consorte Nunziatina, che
insieme ai figli e nipoti, è sempre stata discreta presenza al tuo fianco, curandoti con amore e
dedizione alla famiglia.
Ci siamo sentiti l’ultima volta nel dicembre dello scorso anno, in occasione degli Auguri del Santo
Natale e, pur cogliendo le difficoltà in cui vivevi per la malattia, ho notato vivo più che mai il tuo
piglio di uomo combattivo e nello stesso tempo pronto all’incontro con il Padre che è nei Cieli.
Carissimo Professore, ora che sei giunto alla mèta finale, ti rivolgo una preghiera: ricordati di noi e
dei tuoi cari, rivolgendo il tuo “Canto della Memoria” a “Colui che move il sole e l’altre stelle”.
Un forte e prolungato abbraccio. Dr. Roberto Penati, nipote del pittore Natale Penati. Milano 28 febbraio” 2023

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.