Bellissima ed essenziale l’ultima lirica di Alexis, poeta sammarchese, ritorna ancora in campo con le sue composizioni brevi ma armoniose e significative riguardanti ogni aspetto della sua vita quotidiana esterna ed intima.

Questa volta la “creatura” è ispirata al concetto più caro dell’umanità che è quella della libertà. Parola consona al volare degli uccelli che per farlo hanno a disposizione l’immenso cielo. Di entrambi i vocaboli se ne sono innamorati perdutamente musicisti, poeti e chansonnier di ogni tempo. Basta pensare per esempio a Domenico Modugno e al suo “Libero” cantato in tutto il mondo, dove anziché il cielo sceglie il mare e le”bianche vele” navicella per esprimere ed esplicare fino in fondo il suo bisogno di “libertà”. Che dire, poi, del suo “repetita…” e insuperato “Volare” (Nel blu Dipinto di blu), dove il concetto è ampliato al massimo.

Nel caso di Alexis il bisogno si tinge d’amore, diretto ed indiretto e di una sottile gelosia per una presunto fraintendimento con l’amata che ha bisogno di libertà, ma quella d’insieme e di coppia, fortemente voluta da entrambi, come se fossero una vita sola.

Riguardo alla forma, la stessa è sciolta e sintetica e il contenuto racchiuso in una sorta di sonetto di tipo nuovo alla Ungaretti e alla Quasimodo, composto da cinque quartine. Per saperne di più, eccovi di seguito il componimento:

Libera di volare

A volte ti sento dire

vorrei stare sola,

tutta sola, nessun

altro intorno a me”.

Mai queste parole

mi hanno turbato:

avrei avrei forse dovuto

esserlo?

Sono oscuri momenti,

tuoni di un animo

vivo: dovrei forse

essere geloso?

Sei ancora certezza

infinita, voler stare “sola

con te” non sminuisce

la voglia di amarmi.

Libera di volare

nell’altalena della vita,

tutta ritorni a noi

due, insieme, sempre.

Di Antonio Del Vecchio

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.