Dalle 18,00 alle 20,00 del 29 giugno, San Michele, i cultori dei sentimenti e delle cose belle, si ritroveranno nel chiostro del Municipio (già Convento S.Francesco), a San Giovanni Rotondo. Lo faranno per assistere alla presentazione del v. “Il Tempo e la Storia”, edito da Il Saggio, Eboli, 2018.
Per l’occasione, sono previsti gli interventi a vario titolo di Rossella Fini, assessora al ramo, di Onofrio Grifa , Matteo Coco, Lio Fiorentino, rispettivamente critici ed autori di opere similari, e dello stesso editore Beppe Barra.
Chi in più, chi in meno, tutti gli uomini sono creativi. C’è chi scopre di possedere il talento fin dalla nascita, chi nell’età matura e qualcuno anche nella terza età. E’ il caso di Matteo De Padova che sa di essere un poeta, quando da poco ha lasciato il suo lavoro di metalmeccanico, assolto per circa quarant’anni presso una grande ditta di produzione di elementi di ricambio di aerei. Lo ha fatto, ovviamente, non tanto per la naturale stanchezza fisica, quanto per godersi la meritata pensione. Fin dal primo giorno del suo nuovo status si è sentito veramente libero di sognare e di mettere per iscritto tutti i suoi sentimenti sulla vita, alcuni già sopiti, altri rinati in virtù del suo entusiasmo. Nel comporre in versi si è soffermato al dopoguerra, ossia agli anni della sua fanciullezza. Precisamente a quelli del boom degli anni Cinquanta – sessanta, allorché l’Italia era tutta in fervore, impegnata attivamente nel campo del rinnovo tecnologico e dell’industrializzazione, concentrato in massima parte nel cosiddetto triangolo Torino, Genova, Milano. Così che, lui che vive nel profondo Sud, ha cominciato a mettere su le varie tappe di conquista in ogni campo, che qui s’intravedevano con ritardo, di solito superiore a qualche anno, cogliendo e manifestando tutto il suo stupore di fronte al nuovo mondo che gli stava crescendo intorno. Lo fa in vernacolo, la lingua che più gli permette di esprimere compiutamente i sentimenti e le impressioni del momento, aiutato com’è dal ricordo di quando era ragazzo. Ne viene fuori un vero e proprio libro, pieno di intimi e poetici quadretti, dove ogni cosa, luogo o personaggio che sia, trova il suo posto al naturale come in un dipinto rinascimentale. Un tipo di composizione che l’amico e poeta pure lui, Onofrio Grifa, definisce lapidariamente un “Capolavoro di semplicità, compostezza stilistica e fluidità narrativa”. Evviva i poeti, evviva la poesia, non quella aulica, ma quella essenziale, composta e raccolta per strada, a mo’ di scatto fotografico. Questo è De Padova, sangiovannese puro sangue, dal cuore d’oro ed affabile.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.