
Continua ad interessare la storia di Federico II e della sua sede imperiale (Sacro Romano Impero) preferita ,ossia quella di Foggia, comprese le testimonianze dei dintorni. Del suo palazzo non ci resta, però, che un tipico arco, attualmente incastonato sulla parete esterna della struttura museale cittadina. La predetta conferenza è stata promossa ed organizzata per ricordare il predetto evento plurisecolare (1223 – 2023) che coincide anche col periodo più fulgido della storia dell’urbe e della Capitanata.
Di questo e di più se ne parlerà domani sera, lunedì 5 giugno, con inizio alle ore 16,30 nell’accogliente e moderno Auditorium della Biblioteca Provinciale della città, denominata da alcuni decenni “La Magna Capitana”.
Non a caso, dopo i saluti istituzionali, introdurrà i lavori la stessa Gabriella Berardi , direttrice della struttura. Poi a seguire interverranno sui temi (tra parentesi): Antonio T. Lo Mele (Musica e immagini); Carmine de Leo (Il palazzo imperiale scomparso) Romeo Brescia (Foggia e San Lorenzo in Carmiano, un legame da riscoprire); Walter di Pierno (Il recupero dei siti svevi di Capitanata per una comune coscienza identitaria); Antonio Laviola (L’arte di raffigurare sculture in onore degli Svevi); Luigi Sansone (Calendario federiciano: semplicità e complessità); Michele Solimando, (Puella Apuliae: una birra in omaggio allo Stupor Mundi, il nostro puer Apuliae) ; Alessandro Strinati (Apprendere e vivere la nostra storia: la rievocazione storica del Duecento); Alberto Gentile; (Il sito Stupor Mundi genesi e finalità divulgative); Pasquale Episcopo (L’attualità di Federico II. Un museo Federiciano a Foggia).
Durante l’incontro sarà presente Giuseppe De Troia, autore di numerosi volumi sulla Storia di Foggia. A lui si deve il rinvenimento, nel 1973 a Roma nella Biblioteca Angelica, della veduta di Foggia del XVI secolo.
Del nome e dei luoghi che ricordano Federico II è piena la Capitanata. Si può dire che non c’è città o paese che ne abbia un segno in termini di strutture architettoniche, come castelli, torri, sculture, leggende a quant’altro. Tra l’altro: Castello Fiorentino (rudere), dove egli morì durante una delle sue tante visite a Lucera; Apricena. Quest’ultima è legata alla sua figura, in virtù di uno dei tanti cenoni imbanditi a conclusione di battute di caccia, cui partecipò l’imperatore durante le sue escursioni nel Gargano, ecc.
Forse solo Rignano, non ha un ricordo fisico o palpabile della proficua esistenza di questo grande uomo della storia. E questo anche perché il paese esisteva da tempo ed aveva strutture difensive già collaudate, come la torre bizantina e il castello duecentesco, successivamente incorporato nell’odierno Palazzo Baronale di stile prettamente barocco.
Al contrario è presente la mano di Federico quando si parla di censimento e di tassazione (Scadenziario Rendite della Curia di Federico II) su talune terre ubicate nella sottostante frazione di “Villa Nova de Exadenciis” e in altre località delle pendici, come Palagano, Santa Maria de Cristo e di Petra rubea (attuale contrada di Pescorosso), ecc.

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.