Niente Processione del Venerdì Santo, a Rignano Garganico. O meglio non ci sarà, al seguito della statua della Madonna Addolorata in cerca di Gesù morto, il classico pubblico di fedeli, preceduto dalle autorità civili, militari e religiose. Dalle ore 17.00 in poi si è svolta, attraverso le vie principali del paese, una mini ed essenziale processione con il solo grande Crocifisso.
Lo stesso sorretto dal parroco, Don Santino Dibiase (vedi foto) e accompagnato dal vice don Antonio Gianfelice. Il tutto anticipato a distanza dall’immancabile Matteo, preceduto dalla ‘tremola’ (strumento sonoro in legno) suonato da Katia Fania, volontaria della Protezione Civile. Sodalizio, quest’ultimo, che, capeggiato da Gabriele Nido, ne ha scortato il percorso con il proprio automezzo di servizio. Va precisato che per tutta la giornata di ieri lo stesso don Santino, inizialmente con il sindaco Luigi Di Fiore e poi con la consigliera delegata, Viviana Saponiere, sono stati impegnati a distribuire il tradizionale Uovo di Pasqua, destinato ai bambini della scuola dell’obbligo. A quanto appreso, ne ha continuato il gesto solidale ed educativo, per tutto il pomeriggio di oggi, l’assessore Giosuè Del Vecchio, soddisfacendo così l’infanzia che vive nelle sottostanti campagne. Da rilevare, inoltre, che durante il percorso il micro-corteo in menzione è stato seguito con viva enozione e commozione dai reclusi cittadini riversatis per l’occasione sui balconi o affacciati alle finestre di casa, addobbati per l’occasione da bianchi lenzuola. Negli anni trascorsi, la Processione della Via Crucis era assai partecipata e seguita dalla gente. Ecco lo svolgimento, pari pari ripreso dalla cronaca dello scorso anno. <<La stessa (processione r.d.n.) ha sfilato, a cominciare dal tardo pomeriggio, attraversando in parte le strade pressoché deserte del centro storico di origine e fattura medievale e per il resto il nuovo e popoloso quartiere di San Rocco, facendo stazione di tanto in tanto per le dovute preghiere di rito. A significare il Venerdì Santo c’erano le pie donne vestite e velate di nero, piegate sul loro cuscino a mostrare gli oggetti-simboli della Crocifissione. A seguire il parroco, insieme al resto del clero, con le loro vesti sacre di penitenza e poi il Cristo morto disteso in barella, supportata dai fratelli incappucciati, vestiti con camice bianco. In appresso, la statua restaurata della Madonna dell’Addolorata, sorretta dai devoti, con addosso il suo nuovo abito di colore nero, trapuntato nel davanti da una bellissima composizione d’oro, che dava all’insieme un’aria quasi più di festa, che di lutto. Dietro le autorità civili e militari e a chiudere il lungo e salmodiante corteo del popolo dei credenti. Al termine, la processione, seguita dagli occhi lacrimosi degli anziani e dei malati non autosufficienti affacciati all’uscio o ai balconi, ha fatto ritorno alla rinascimentale ed elegante Chiesa Matrice dell’Assunta per il resto delle funzioni. Domani proseguiranno i riti della vigilia, che si concluderanno nella nottata con la Santa Messa Solenne con la Resurrezione del Cristo al Gloria. Evento, quest’ultimo, un tempo salutato dopo l’improvvisa caduta del panno che, a mo’ di sipario, copriva l’intera scena madre, con strepiti, grida e pianti a dirotto, accompagnati dal suono cupo delle ‘Trèmule’ (piccole tavole con maniglie) e da quello acuto de ‘li striddele’ (piccoli congegni di legno) >>. Si spera, dunque, di recuperare ogni cosa il prossimo anno, quando la malattia e la paura del Coronavirus sarà un ricordo lontano, debellato definitivamente, come lo sarà per davvero, dall’angelo custode del vaccino, attualmente in corso di studio – ricerca.
N.B. un momento del Venerdì Santo 2019 (foto d’archivio)
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.