Pupetta era un cane di quasi 16 anni, vecchio ormai per l’anagrafe animale, ma era pur sempre il punto di riferimento di un intero vicinato. Lui e il fido “amico” Sandokan erano randagi, ma lei era “microchippata”, ovvero era registrata come quadrupede della comunità. Viveva a San Marco in Lamis nei pressi del locale impianto di calcio. Era amata e accudita un po’ da tutti. Tant’è che è deceduta con tutti i conforti del caso, accompagnata per la “zampa” verso il viaggio estremo nel Paradiso dei cani.
Per darle soccorso si erano mossi però in pochi. Stava male da un paio di settimane, non beveva e non mangiava. Alcune famiglie del luogo spaventate si sono preoccupate di avvisare dapprima i Vigili Urbani sammarchesi (che non avrebbe mai risposto), poi l’associazione di volontariato del posto (che a quanto pare non riceverebbe più sovvenzioni pubbliche e non avrebbe fondi da adibire a questi casi) e, infine, i Carabinieri al 112 (così come prevede la procedura).
Alla fine sono stati allertati dal Comune i Servizi Veterinari dell’ASL. Pronto l’intervento di un Medico Veterinario molto scrupoloso, che hanno constatato lo stato di gravità dell’animale, che comunque stava morendo in maniera serena e senza sofferenze.
Il caso ha fatto ritornare prepotentemente in auge il problema del randagismo e delle strade zeppe di escrementi di cani. Su ambedue le problematiche non si è mai fatto nulla di concreto non solo a San Marco, ma in tutto il circondario. Tutto sembra spesso affidato al caso e alla volontà di alcuni Veterinari volenterosi e di volontari che amano le “bestie” come amano gli esseri umani.
Non potrà però ricevere una degna sepoltura perché il corpo di Pupetta dovrà essere “smaltito” dalla ASL.
Già in passato ci eravamo occupati di casi simili, ma a Pupetta abbiamo voluto dedicare un intero servizio, perché lo merita, perché è dipartita in punta di piedi come è vissuta in vita. Silenziosa, allegra, gioiosa, con tanta voglia di vivere.
PS = Ovviamente, non per polemizzare, ma è anche giunto il momento che le istituzioni competenti si prendano le loro responsabilità in questi casi. Il cane andava accudito e gestito come un normale paziente… ma in fondo era solo un cane.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.