Rignano Garganico è un paese di cavoli-broccoli per antonomasia. Ciò si deve alla coltivazione a tutto spiano delle anzidette specie orticole con il sistema biologico.
Merce che governa buona parte della filiera pugliese e di esportazione. Pertanto, quello in parola non è da considerarsi assolutamente un prodotto di nicchia ma di levatura industriale, con lo svolgimento di tutte le incombenze del caso, a cominciare da quelli fitosanitari, in modo da assicurare ai consumatori oltre al gusto anche quello della sicurezza della salute e del mantenimento – conservazione della medesima merce. Nel territorio di oltre 4 mila ettari operano una diecina di imprese (i Terrenzio, i Demaio, i Del Vecchio, i Caccavelli, gli Iannacci, i Ricci e, per l’olio extravergine, i Bramante, i Russo, ecc.) mediamente superiori ai cento ettari. Imprese che alternano anche altre produzioni di qualità, come per esempio finocchi, asparagi, melograni, pomodori freschi ed altre specie orticole ed arboree in corso di sperimentazione. E questo stupisce, perché nei decenni addietro si coltivavamo soltanto prodotti estensivi, come graminacei e pomodori da conserva, quasi tutti dominati dai compratori campani. Per saperne di più abbiamo sentito Nicola Gentile fu Giovanni (si veda foto), esponente di terza generazione di una nota famiglia di agricoltori locali, intervistato qualche tempo fa anche dalla collega Concetta Dilunardo collaboratrice della quotata testata internazionale “FrehPlaza”, giornale online, che si occupa esclusivamente di agricoltura. L’imprenditore amministra circa 200 ettari ubicati in gran parte alla contrada “Casone del Re” , una delle tante riserve di caccia dei monarchi borbonici, la più nota quella di Paglicci, ieri demanio, oggi di privati. La denominazione della masseria e zona fa pensare a “Casalenovum”, detto appunto Casone, noto centro in tutto il Medioevo, ubicato ai confini tra il territorio di Rignano e quello di San Severo, che partecipò alla famosa battaglia avvenuta nel 1138 presso le amene Matine di Rignano (Paglicci – Montegranato) tra il normanno Ruggero, proveniente col suo esercito da Casalenovum e il cognato Rainulfo schierato con i suoi uomini sul fronte opposto(con le spalle rivolte a Siponto), vincitore assoluto della contesa. Luogo chiamato “Colle della battaglia”, che si trova, appunto, ad un tiro di schioppo dalla masseria dei Gentile già citata (P.D.Forte, Rignano Garganico, p. 20, 1984). Dopo le prime sperimentazioni, avviate circa due decenni fa, il Gentile ha cominciato a produrre intensivamente da quindici anni, utilizzando nella filiera bio anche altri tipi di specie orticole, come peperoni, melanzane, catalogne, cicorie, ecc. Per quanto riguarda i cavoli- broccoli, comprendente i colori verde, bianco, ecc., è riuscito a migliorare, oltre alla qualità (tra le più pregiate ed ambite di Puglia), anche la quantità, che si aggira sulle quindici tonnellate ad ettaro. Da evidenziare,tra l’altro, che il “quantum” è favorito anche dalla qualità argillosa e dal riposo annoso del terreno, quasi tutto situato ai piedi del Promontorio, un tempo regno incontrastato, non solo di ulivi plurisecolari, ma anche di frutteti specializzati (pere a spina, nespole, fichi, fichi d’india, mandorli, ecc.). Il riferimento è alla contrada Palombara, la cui zona era assai cara ai De Maio che si batterono inutilmente contro gli espropri dell’Ente Riforma Fondiaria. Le piantine sono messe a disposizione dalla cooperativa “Prima Bio”, prima appunto nel settore della sperimentazione, a livello scientifico ed operativo. Nel caso specifico si tratta delle varietà Parthenon e Naxos che consentono un solo taglio della pianta nel ciclo stagionale che va da agosto a gennaio (90 / 120 gg.), con pezzatura da 300 a 500 g. Al contrario la “Marathon” che è quella preferita dagli interessati, permette il ricaccio per tre tagli a stagione con una pezzatura media di mezzo chilo ciascheduno. Riguardo ai problemi commerciali, il settore soffre la concorrenza spagnolo-greca, che ha una qualità piuttosto scarsa da ogni punto di vista, su cui si aspetta l’intervento correttivo europeo. I consumi interni vanno bene, come pure le esportazioni sia nella mittel Europa e nei paesi scandinavi sia in quelli dell’Est, specie nei periodi invernali. Secondo Gentile l’agricoltura rignanese non ha nulla da invidiare a quella dei centri viciniori e che, se la stessa opererà in concerto con altre risorse, di certo contribuirà notevolmente allo sviluppo economico ed occupazionale del territorio e della sua comunità.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.