La storia fa testo. Sono le alluvioni il chiodo fisso del dibattito politico – amministrativo, a San Marco in Lamis. A tirare fuori di nuovo il tema è la lista civica “Bene Comune”, la stessa che sostiene come candidato sindaco, il medico – chirurgo Tiziano Paragone, considerato uno dei più forti tra quelli in lizza nella presente campagna elettorale.

La lista ha un’organizzazione perfetta, compreso un ufficio stampa e di comunicazione tra i più attrezzati e prolifici. Ce ne si rende conto dai suo comunicati che centrano in pieno ogni singolo problema. Sta volta è di moda l’alluvione ed eccoti uno scritto, diffuso da subito in ogni dove, che sa, appunto, di storia, forse ricostruito attraverso il metodo della storia orale.

Lo riproduciamo di seguito integralmente per amore di cronaca ed anche perché colpiti dalla chiarezza dei concetti di facile apprendimento da parte del grosso pubblico. Eccone il testo: “La recente “alluvione” non è stata la prima né sarà l’ultima. Quanti, spassionatamente, guardano a questo fenomeno che tocca San Marco periodicamente non possono non partire dall’alluvione del 1982 che ha veramente devastato il centro abitato portando allo scoperto anni di dimenticanza e d’incuria dalla precedente alluvione del 1954”.

Ed ora,eccovi un inciso sul tema estrapolato dal libro “La Valle Cantata” di Giovanni Cammerino, edito per i tipi Bastogi, a Foggia, nel 1991. Tra l’altro nel capitolo intitolato “Il paesaggio”, a pag. 53, si legge, tra l’altro: “…L’altro affluente (del torrente Jana), che attraversa il cimitero e il campo sportivo, con le sue acque impetuose aprì, invece, una breccia nel muro di cinta del citato luogo di culto e portò in paese vecchie bare con resti umani…”. Riprendendo il discorso di cronaca, riportiamo sino alla fine il resto del comunicato in menzione:

“Dopo quella del 1982 abbiamo avuto le alluvioni del 2009, del 2014 e quella, attuale, di qualche giorno fa. Il tempo di ritorno (quello breve) sembra essersi drasticamente ridotto. Ciò ci deve preoccupare e ci deve indurre a non trovarci impreparati per il futuro (nei limiti delle possibilità umane). Le ultime alluvioni hanno toccato non solo il centro abitato ma anche le campagne colpendo soprattutto la viabilità. Dal Sambuchello a Bosco Rosso alle Chiancate alla viabilità pedemontana del Calderoso, alla Valle di Vituro, etc.

Per noi di San Marco Bene Comune non è tempo di polemiche ma di costruire. Insieme, per eventi come questo, così come chiesto dalle molte autorità intervenute. Ma quando si dice insieme bisogna essere conseguenti. Infatti ci saremmo aspettati una convocazione anche per le vie brevi in maniera da poter partecipare al tavolo sull’emergenza e dare anche il nostro contributo. E comunque siamo sempre disponibili.

In attesa noi chiediamo che si completi nel più breve tempo possibile la mappatura dei danni sia all’interno della città che nel resto del territorio, con un occhio particolare alla viabilità e alle criticità legate agli smottamenti presenti e, in prospettiva, futuri. Il poco che è smottato oggi può diventare valanga nel futuro. Quindi censiamolo e teniamolo sotto controllo. Chiediamo altresì che vengano mappati anche i danni ai beni e alle colture ricadenti nei fondi privati. Chiediamo anche, al di là delle polemiche più o meno giuste, che le risorse avute nel 2014 per il consolidamento di alcuni punti della cintura cittadina siano attivate.

Infine una considerazione generale. Il Sindaco nell’intervista rilasciata a sanmarcoinlamis.eu faceva appello ai piccoli gesti che ogni cittadino dovrebbe compiere per la salvaguardia ambientale. Siamo completamente d’accordo. E, tuttavia, siccome l’esempio viene dall’alto, l’amministrazione compia quei gesti che danno il segnale e che trascinano i cittadini ad impegnarsi per la difesa della nostro paese e del suo territorio”.

 

N.B. Nella foto un momento  simbolo dell’ultima alluvione.

Di Antonio Del Vecchio

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.

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