Quest’anno più solenne ed avvertita del solito sarà la nota veglia pro San Pio, a San Giovanni Rotondo. Lo sarà per il cinquantenario della sua morte, avvenuta durante la notte tra il 22 e il 23 Settembre 1968. Si prevede l’arrivo di migliaia e migliaia di pellegrini, gruppi di preghiera e devoti provenienti da ogni dove, che riempiranno i vari luoghi dentro e fuori del Santuario. Si apprende che in concomitanza, oltre alla preghiera, giocherà un ruolo importante anche l’arte ispirata alla figura del Santo delle Stigmate.
In primis, quella di Michele Miglionico, originario di questi luoghi, ma che vive dal 1974 in quel di Taranto. Alcune sue opere saranno esposte a cura dei gruppi di preghiera di San Pio a Martina Franca e nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli nel Capoluogo. Mentre nella città del Santo. Precisamente nella Chiesa Nuova di Santa Maria delle Grazie i visitatori potranno ammirare il famoso disegno, detto”maschera funebre”, a Casa Sollievo, donata da Re Umberto II prima di morire. La stessa era stata acquistata tempo addietro. A nome e per conto della medesima casa reale, dall’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.). L’anzidetto disegno, realizzato dal Miglionico giovane pochi minuti dopo la morte del Frate, quando il corpo era ancora caldo, ha suscitato fin dalla sua creazione uno straordinario interesse, ricco di suspense. Di questo e di più, comunque, si scriverà a parte. Ma a suscitare interesse sono soprattutto le opere scultoree dell’artista, cresciuto scolasticamente e stilisticamente all’Accademia parigina. Come per esempio il mezzobusto in bronzo del Frate e la stessa placca commemorativa per il 50° della morte di P.Pio- in terra cotta + alabastrino patinato in bronzo, entrambe in mostra nei predetti luoghi. Da esse traspira un superiore spiritualità che emoziona ed affascina a dismisura. Il connubio tra l’arte e Padre Pio non è appannaggio del solo Miglionico, ma è una costante nel tempo. Lo è per l’allievo prediletto del pittore fiorentino Annigoni, ossia Antonio Ciccone; l’ex-pastore sangiovannese, che ha prodotto una infinità di disegni a chiaro – scuro ed altre opere scultoree che suggellano la ‘ieraticità’ del volto del Frate, come non mai. Lo è stato pure, tramite la dolorosa “Via Crucis”, che sale al monte con la sua fatica redentrice, realizzata dal Messina con un afflato creativo senza precedenti. E ancor di più si intravede lo s’intravede nella statua di Fazzini, che sorge nella piazza dedicata al Frate nel cuore del centro storico della città. In essa, l’uomo sale al cielo, liberato da tutte le pastoie della vita terrena. Infine, il culmine della perfezione artistica pro P.Pio, lo si scopre anche nella grandiosa e moderna opera architettonica, come la nuova e incommensurabile Chiesa di Renzo Piano, che sorge poco distante dal Convento-Santuario su una collina che domina sul pianoro sottostante, come il suono delle sue sei artistiche e melodiche campane. Tutto questo per celebrare questo grande e venerato intercessore che interpreta i nostri tempi a livello planetario.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.