
Il Partito Socialista Italiano riprende il cammino del riformismo insito nel suo credo e prassi politica fin dall’inizio della sua fondazione nel 1892. Principi riconfermati e praticati negli anni successivi da Filippo Turati che ne fu il massimo vessillifero più convinto. Dopo la caduta del fascismo la filosofia riformista fu ripresa da Nenni e Saragat e messa in pratica con i governi di Centro – Sinistra, con l’approvazione delle principali riforme, come lo Statuto dei Lavoratori, il Servizio sanitario nazionale, la scuola media unica, il presalario universitario, ecc. A seguire le riforme riguardanti le cosiddette libertà civili, sposate e propagandate in larga parte dai Radicali di Pannella, che fu alleato stretto nelle campagne socialiste.
A questo punto si può dire che senza i socialisti l’Italia non avrebbe avuto nessuna riforma, come non ne ha avuto dopo la sua fuoriuscita post tangentopoli. Ma ora il Partito socialista guidato dall’instancabile Enzo Maraio sembra essersi ripreso e in ogni occasione dimostra di avere tutte le carte in regola per proporre e fare approvare nuove riforme, in primo luogo quelle istituzionali.
Lo fa con l’approvazione di un documento, approvato all’unanimità nell’ultima seduta della Direzione Nazionale. In esso, tra l’altro, si legge: “Il Psi ritiene che un sistema semi presidenzialista, con un Presidente della Repubblica eletto dal popolo potrebbe sicuramente favorire una maggiore partecipazione”. Così come lo potrebbe fare in un sistema elettorale proporzionale con una soglia di sbarramento ragionevole e con le preferenze.
Secondo lo scritto, per fare le riforme occorre il coinvolgimento dell’intero Parlamento e il superamento di ogni tipo di schieramento, così come si è fatto per la Costituzione. Altresì, il Partito si dice contrario all’autonomia differenziata. Settori come la Sanità e l’Istruzione vanno guidati a livello nazionale. Da qui l’apprezzamento e condivisione piena del metodo scelto dalla Ministra Casellati, incentrato sul confronto e sul dialogo con tutte le forze politiche sulla delicata materia della riforma dello Stato.

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.