
Durante la due giorni di “Cunz”, l’ambizioso progetto di ProLoco e company, ormai in dirittura d’arrivo ad horas, vedrà protagonisti, a quanto appreso, cuochi e cucina locale, mentre nelle alla casupole di legno disseminata in tutto Largo Portagrande, domineranno i venditori e produttori specialità locali, a cominciare dalla musciska e per finire al caciocavallo podolico, di cui il Gargano ha ottenuto di recente l’oscar nazionale.
Non solo si parlerà pure di erbe spontanee commestibili, alias verdure selvatiche, di cui il Promontorio abbonda a bizzeffe, anche nei suoi luoghi più disparati. Lo è quasi che fossimo nel mezzo del paradiso terrestre, dove il creatore ci ha messo la sua mano livellatrice.
Di questo e di più se ne era già parlato per la verità qualche tempo fa nella vicina San Marco in Lamis. Manifestazione che ha visto protagonisti e conoscitori anche di Rignano Garganico, come Antonio Paglia, studioso e cercatore eccellente delle anzidette erbe, nonché Andrea Ruscitto, Angelo Del Vecchio, che da tempo si occupano del tema.
Comunque sia, la dimostrazione pratica delle anzidette lezioni pratiche di Cunz le avremo nelle cosiddette “casette” disseminate nel centro storico (quelle stesse usate durante il Presepe Vivente), dove sarà lavorata la pasta di casa ed altre specialità ispirata alla nostra cucina di inizio ‘900.
Secondo gli organizzatori, con questa iniziativa, si punta non solo a rendere edotti partecipanti e visitatori sul piano teorico e pratico, ma soprattutto al recupero della memoria attraverso al riscoperta delle pietanze locali e delle verdure selvatiche: pancotto, verdura misticata, cicorie, cicorioni vari, finocchietti, bietole, boragine, cacigni, ecc. Patrimonio, quest’ultimo, che va conosciuto e valorizzato, perché, oltre a nutrire gratis per secoli e secoli i nostri antenati, serve ad acculturare le nuove generazioni e i turisti, in quanto il tutto costituisce un tratto significativo della nostra identità culturale.
Per farsi una idea, basta pensare all’avena selvatica, raccolta sul primo gradone garganico dai primi abitatori di Grotta Paglicci per trasformarla in farina e produrre il pane più antico del mondo, ossia di 32 mila anni fa.
Rimandata, invece, la mostra del libro sulla storia e le tradizioni locali, rappresentata da decine e decine di pubblicazioni sul tema edite negli ultimi decenni e che hanno già avuto successo in ogni dove. Se ne riparlerà forse ad agosto in occasioni di manifestazioni similari e dirette a far venire turisti e visitatori nella nostra bella e ridente cittadina, di origine e fattura medievale, con le sue primizie scientifiche e culturali del Museo Paleolitico di “Paglicci” e il suo panorama mozzafiato che domina tutto il Tavoliere.

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.