Anche l’artrite da gotta può essere curata con la medicina tradizionale del Gargano, basata su erbe, piante e fiori. In questo caso si tratta di succo di fico d’India. Se ne fa mentore Antonio Monte, ex pastore sannicandrese, emigrato negli anni del boom a Milano, integrato dopo una lunga gavetta di autodidatta e di mestieri umili per salire successivamente a funzionario di una importante banca e finire con il pensionamento raggiunto alcuni anni or sono.
Dopo di che si trasferisce con armi e bagagli nella sua casa- belvedere di Varazze (Liguria). Casa detta di sassi, perché costruita a poco a poco con pietre del o simili a quelle del suo Promontorio. La stessa, fornita anche di un ingresso adeguato, è attorniata da un vasto Parco, con tanti fiori, alberi ed erbe mangerecce, compresi fichi d’india, pure della sua terra d’origine. Terra che non ha mai dimenticato, nonostante i suoi successi sul lavoro ed ora di promettente scrittore sulle cose nostre.
Per l’occasione ci svela anche un segreto, racchiuso nel suo motto filosofico di cristiano praticante. Si tratta del cosiddetto ”Così sia”, che racchiude per certi versi il pessimismo del Sud, ben rappresentato nelle opere di Verga e degli altri scrittori veristi, dove tutti soggiacciono al destino, abbassando la testa di fronte a chicchessia. Qui, invece, il nostro amico, reinterpreta il binomio, come filosofia di riscatto e di credo nella volontà di un Dio che ci sorregge in ogni fase della vita e nel contempo ci sprona a rinnovarci in meglio, sostenendoci in ogni fatica e confronto.
Di seguito, pubblichiamo lo scritto di Antonio Monte che la dice lunga su ogni cosa, oltre a fornirci una veritiera testimonianza sull’utilità del fico d’India. Lo fa non in modo laconico, come è abitudine che sia in una semplice lettera o messaggio social, ma con lo stile del racconto che anima e produce sentimenti ed emozioni.
Ecco lo scritto in menzione per chi ha voglia di leggere e di saperne di più. : “Qui a Varazze essendo meridionale, ho sviluppato amicizie divenute familiari. Un ex sindaco, professore di lettere alle medie superiori viene a dialogare presso la mia dimora, definita: Ca’ de SASS, angolo del Gargano, balcone di Varazze(Liguria)
Spiego le tre definizioni: (simbolo della banca dove ho prestato il mio contributo lavorativo da uomo di fatica-pulizia- a funzionario; perché è stata la prima banca ad erogare i mutui per comprare i sassi e costruire la prima casa.
Dal Gargano ho portato tutti i semi e piante per ornare il giardino di 1200 mq. bietole selvatiche, boragine, cicoria, lambagioni e finocchietto utili a condire il pancotto. La terza definizione è la posizione su cui è posta l’ abitazione sopra un bunker realizzato dai tedeschi nel 1940, una bellica postazione per meglio avvistare, il porto, l’Aurelia e la stazione.
Con il saldo della liquidazione ho trasformato un prefabbricato (roulotte) condonato in una vera Oasi panoramica. All’ ingresso del parco questa scritta: non me ne voglia chi è contaminato dall’ invidia non varchi questa soglia. ” Imitando la formica, stile di vita sempre corretta, in silenzio e fatica ho fatto buona scorta. Or la cicala fo io, incredulo giocondo, sostenuto dal buon Dio vo a svolazzar nel mondo.
Il professore è 9 mesi più giovane di me e proprio ieri nel gustare il liquore di fico d’india da me realizzato disse: provo vergogna a tuo cospetto io col bastone e tu lavori ancora con la zappa, sono afflitto da artrosi e gotta da oltre 5 anni. Io a lui conosco i tuoi malanni io li ho vissuti fino a 25 anni. Gonfie le giunture, deformati piedi e mani, febbri da sballo, svolgevo il lavoro da pastore a pelo del cavallo.
Ho mostrato le foto da giovincello, sembravo un vero vecchierello. Ho trascorso la mia adolescenza in una cascina umida gracile di costituzione, tredicesimo figlio nato in tempo di guerra, mia madre quarantatreenne non aveva più latte. Tutta ad un tratto è mutata la mia sorte.
Caro professore il cambiamento può avvenire in qualsiasi momento, chi decide è il tempo, importante accettare la sua filosofia racchiusa in due parole: Così Sia. Mi ha abbracciato commosso e così che abbraccio te lo stesso”.
Questo tipo di filosofia vincente ha portato i nostri emigrati dal Sud ad essere col passare del tempo e l’esperienza i veri protagonisti della situazione sia nel Nordi Italia, sia in Europa e nel resto del mondo. Ovviamente chi scrive esprime viva gratitudine ad Antonio Monte per il suo prezioso ed esportabile consiglio.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.