
Il Gargano e la sua natura di nuovo in pista nel campo dell’arte italiana. Questa volta, lo è per via di Leonardo Viola, pittore ed artista, originario di Rignano Garganico, impiantato da anni in territorio bergamasco.
Egli nasce, infatti, a San Giovanni Rotondo (Foggia) nel 1949 da famiglia di Rignano Garganico. Qui, ospitano per lungo tempo in casa un fratello di Padre Pio. Da qui il rapporto stretto con il Santo che non si estinguerà mai, traducendosi col tempo in una fede incrollabile verso il suo operato ed insegnamento.
Dopo gli studi classici si trasferisce in terra bergamasca. Collabora come giornalista a L’eco di Bergamo, approfondendo nel contempo tecniche e conoscenze artistiche presso studi di Maestri lombardi. Dopo la laurea in Sociologia frequenta la Scuola-Artefici dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Hanno scritto di lui numerose testate tra cui il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Stampa Romana, il Confronto culturale, Nuovoquotidiano di Puglia, Seilatv., nonché Garganopress, quotidiano online, tra i più antichi di Capitanata. Lo fa soprattutto in occasione di una mostra in loco e della sua permanenza in famiglia.
La sua venuta in Puglia, negli ultimi anni si è addirittura intensificata con più puntate all’anno sia , divenendo uno dei principali protagonisti sia in collettive sia nelle personali. Ora lo è nell’avviata collettiva, denominata “Art Shopping” in mostra da alcuni giorni ad Otranto in provincia di Tarano. L’esposizione resterà aperta dal mese corrente sino a tutto luglio, allorché sarà presa d’assalto da tutti i vacanzieri desiderosi di novità soprattutto culturali e musicali, le cui iniziative, dopo la contemplazione delle bellezze e comodità delle sue spiagge, sono quelle più seguite ed apprezzate, specie dagli stranieri.
Vi partecipano una ventina di prim’ordine provenienti da ogni parte dello Stivale. Ecco i loro nomi, a parte l’interessato: Giuseppe Capogrossi, Valentino Morra, Vito Spada, Mimmo Rotella, Massimo Carriero, Giuseppe Chiari, Marco Maschio, Aldo Moscogneri, Ercole Pignatelli, Domenico Sforza, Giorgio Laveri, Luigi Cannone, Flaviana Pagliara, Alessandro Degrado, Claudio Tschop. Mauro Cappelli e Alberto Sughi.
Sono tante le innovazioni conseguite dall’artista negli ultimi anni pre e post pandemia, caratterizzate da sperimentazioni sempre più avanzate, quale la lavorazione della ceramica. E ciò grazie a corsi di specializzazione seguiti presso laboratori e scuole lombarde. Esperienze trasformatesi da subito in opere d’arte. seguendo, come allievo, corsi nei laboratori lombardi. Utilizza anche il legno, tracciandovi sopra linee verticali ed orizzontali, contornate dalla leggerezza dei colori acrilici.
Ha partorito così una serie di opere, non imponendo, ma lasciando allo spettatore la libertà di interpretazione dei paesaggi, che è il leitmotiv della sua produzione artistica. Talvolta, sperimenta e usa anche colori forti, abbandonando gli iniziali cieli plumbei del passato. Insomma, dà alle sue opere un tocco di allegria che coinvolge sia lo spettatore, sia il critico d’arte del momento, colpendo ed inducendolo all’empatia.
E con alcune di queste opere che ora si ripresenta ad Otranto, per farsi ammirare e conquistare la bontà del pubblico e sotto sotto, come recita il titolo della collettiva, anche il mercato dell’arte, bloccato anch’esso dalla pandemia. Il gioco delle luci e la morbidezza dei colori lo avvicinano a pittori come Turner, Constable, Monet e tanti altri.
Il contenuto si nutre di storie universali che vedono il loro svolgimento in luoghi magici tra cieli annuvolati, luci sul mare, la luna errante, la notte quiete ed altre impressioni che ti avvolgono dall’inizio alla fine, come se fossero delle poesie o rapsodie musicali ti rapiscono ed emozionano alla pari di quelle schopiniane.
Ad Maiora, da parte della redazione della presente testata e dagli amici estimatori della terra garganica!

Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.